Miguel Mañara (Italian Edition) by Oscar Milosz & Franco Nembrini

Miguel Mañara (Italian Edition) by Oscar Milosz & Franco Nembrini

autore:Oscar Milosz & Franco Nembrini
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
editore: San Paolo Edizioni
pubblicato: 2023-03-02T00:00:00+00:00


Recentemente leggendo queste pagine mi è capitato di trovare un brano di don Giussani che mi sembra perfettamente illustrativo e chiarificatore della dichiarazione di amore di Miguel:

Ciò che arricchisce l’essere è dono del Mistero, non una nostra capacità, neanche di un capello saremmo capaci noi. Ma di una cosa siamo capaci. «Mi ami tu?» «Sì, Signore, io ti amo»: il sì di Simone è l’apertura sperimentabile e strana. Strana perché si apre un varco a ridosso di una montagna di orrori, di tradimenti, di banalità, di meschinità. Il giorno dopo potrei essere ancora così meschino, ancora così traditore, ancora così disagiato nella mia impurità, nella mia incapacità al bene, nella mia faticosità a seguire il Signore, eppure, «non so come, ma la mia preferenza sei Tu». È come per un bambino piccolo, che tutto il giorno fa disperare la madre, ma se gli toccate la madre, se per un istante non vede sua madre, grida, piange. La nostra grandezza è in questa disponibilità originale del cuore verso la felicità infinita, verso la bellezza infinita, disponibilità che tutti noi possiamo distruggere con la dimenticanza, la disperazione, la distrazione, il menefreghismo, lo scetticismo, il nichilismo. Se questo «sì» è favorito, l’anima cresce, come cresce il corpo, senza paragone rispetto a come cresce il corpo. Diventa grande, capace di grandi cose. «Non siate contenti delle piccole cose. Egli, Iddio, le vuole grandi», diceva Caterina da Siena, l’analfabeta ventenne, che è una delle più grandi figure della storia femminile dell’umanità. Diventa grande, inaspettatamente e insospettatamente grande, ma grande, il giudizio, grande la fede che può portare in sé, domani potrei essere ancora così meschino, ancora così traditore, ancora così disagiato nella mia impurità, ma, non so come, la mia preferenza sei Tu.57

Ecco, questo lungo brano dice lo stesso: che cosa posso dire di me? Niente! Non sono niente, se non il mio amore per Te. Questo strano amore per Te, questo “sì” in cui sta tutto il mio valore. Come dice proseguendo il nostro Miguel:

Perché io non sono che un uomo tra i morti che ho amato, non sono che un nome che riempie di sabbia la bocca dei vivi. Solo l’Amore è rimasto. L’Amore, e la Bellezza! La triste, la fragile Bellezza! Ma io voglio esaltare la Bellezza, perché è da lei che nasce il Dolore, il Dolore che l’Amato ama.

Qualcuno mi ha scritto chiedendomi di spiegare queste due righe perché gli risultavano incomprensibili, ma dovrebbero essere comprensibilissime dopo il cammino che abbiamo fatto. La bellezza che pure lo aveva entusiasmato, trascinato, cambiato, convertito, la bellezza di Girolama, che cosa si è rivelata? Niente. È passata. E ha lasciato che cosa? Una ferita, un dolore. In questo senso «è da lei che nasce il Dolore». Il dolore, cioè, «il rompersi del guscio che racchiude la vostra intelligenza»: una conoscenza più vera, più profonda, più grande, più solida, più certa.

Perché, come intuisce in modo geniale Leopardi in Alla sua donna, la bellezza della donna, della montagna, del mondo, sono semplicemente il simulacro, il segno dell’unica Bellezza cui siamo chiamati, cui siamo destinati.



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